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Roma, 27 apr. (askanews) – Tablet per i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva, pacchi alimentari per 75 famiglie in difficoltà: questa è la Roma che non si ferma, la risposta concreta di un gruppo di volontari che hanno deciso di scendere in campo per essere anche solo una goccia nel mare di solidarietà ai tempi del Coronavirus.

Fra le realtà protagoniste della solidarietà c’è Happy Family Grajau (HFG), una Onlus di Roma che si occupa principalmente di bambini, adolescenti e delle loro famiglie e che, nel corso degli anni, ha organizzato eventi, iniziative di volontariato e fornito aiuti concreti di varia natura, valorizzando al massimo l’attivazione personale e diretta dei propri componenti e promotori.

La prima iniziativa in questi giorni di quarantena è stata la distribuzione di alcuni tablet ai reparti di terapia intensiva al Policlinico di Tor Vergata, al Policlinico Umberto I e all’Ospedale San Camillo di Roma: donazione, questa, fortemente voluta dai medici e che ha aiutato numerosissimi degenti a tenersi in contatto con i loro cari.

Come seconda azione, non è mancata la raccolta alimentare, realizzata grazie alle donazioni di chi segue da tempo la Onlus e promossa grazie alla capillarità dei social network; così sono state aiutate alcune case famiglia – la Casa Betania di Roma e il Centro Vita Nuova di Cesano – che ospitano principalmente da mamme sole con figli, che durante questi giorni non hanno avuto la possibilità di fare la spesa in autonomia.

Andrea de Petris, membro del consiglio direttivo della Onlus: “E’ una associazione di un gruppo di amici oltre 10 anni fa con lo scopo di aiutare i più deboli, in particolare ai bambini sia in Italia che nel mondo. “Cerchiamo di essere presenti ogni qualvolta si presenti un’emergenza. Anche in tempo di coronavirus, abbiamo dato il nostro piccolo contributo”. Manterremo il nostro impegno per tutto il periodo dell’emergenza e stiamo attivando un camper per raggiungere famiglie di Roma più bisognose, sia per fare tamponi e test nelle fasce di territorio dove più difficilmente le persone si possono spostare”.

FONTE: Articolo su Askanews

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